Laura Gambirasi Personal Coach

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RICONOSCERE LA VOCE DELL'EGO Riconoscere, riconoscenza, riconoscersi. Mi riconosco; non mi riconosco; ti riconosco; non riesco a riconoscerti. Quante volte utilizziamo questo tipo di frasi? Siamo consapevoli delle parole che ci escono dalla bocca? Oggi parliamo di questo termine abusato, ma che nasconde in sé il massimo valore. Non ho idea di quale sia il numero di volte in cui utilizziamo questo verbo. Quello che so è che, per la maggior parte dei discorsi che intavoliamo, è un verbo che viene utilizzato dal nostro personale motore di ricerca; quello che dirige ogni giorno la carrozza della nostra vita e chi ci svia dall’Essere ciò che siamo in profondità: l’Ego. Il bambino Ego (eh…sto motore porta sto nome…che ce posso fa’) è colui che ci pungola in ogni istante per ottenere il riconoscimento; per sentirsi di valere; per sentirsi stimato; per ottenere attenzione perché vittima di ciò che è stato in passato e che non riesce a togliersi di dosso. Ora…una domanda perché io so de coccio…Quando ti osservi la mattina davanti allo specchio in bagno, hai mai chiamato tua mamma/papà/compagno/compagna per chiedere “Scusa…sono io quella riflessa nello specchio? Sììì? Ah. ok…grazie. No…Non l’hai mai fatto…Ti dici “mamma mia che faccia stamattina; faccio schifo; mmh…le rughe” o “carina/o stamattina; grande…sono un/a grande” (queste seconde frasi sporadicamente, senza esagerare eh…Non vorrai farti troppi complimenti…che, scherzi? Per quale motivo, quindi, sentiamo così la necessità di ottenere riconoscimento dagli altri? E, magari, neanche ne siamo consapevoli. Non mi credi? Sai che mi piace dare prova concreta delle mie affermazioni. Eccole. - Mi sono prodigata/o per quel mio amico; quando non ha più avuto bisogno di me, mi ha scaricata/o; - Ho partecipato a quel concorso: quello davanti a me era sicuramente raccomandato; il mio è stato un risultato migliore, eppure ha vinto lui; - Quella/o…ma chi si crede di essere? Così arrogante…Io mi tengo la mia opinione su di lei/lui. Ti sei accorta/o delle sottolineature ai pronomi/aggettivi possessivi? Ecco… il bisogno di riconoscimento appartiene a chi vuole possederci; a chi nasce dentro noi per mantenerci prigionieri. La libertà di Essere appartiene a quella voce dentro noi che non necessita del giudizio degli altri. Quella Voce che siamo qui per Riconoscere da soli. È importante questo passaggio, fidati, perché è impegnativo. Vivere l’esperienza di riconoscere sé stessi, significa acquisire la libertà. Significa smettere di essere imprigionati dal giudizio che, innanzitutto ci diamo. Perché il giudizio appartiene al bisogno di Riconoscimento. Riconoscere sé stessi significa divenire totalmente incoerenti rispetto alle credenze di cui ci siamo per anni nutriti. Significa disinstallare i programmi sbagliati che stiamo utilizzando; programmi obsoleti di cui continuiamo a rinnovare la licenza e che ci conducono di continuo sul binario dell’insoddisfazione, della mancanza e della perdita. Alimentare i meriti, non significa andare in giro a sbandierare a destra e a manca che IO SONO. Farlo, significa non esserne completamente convinti. Chi È davvero, lo mostra con i propri modi di vivere. RIconoscere porta nel prefisso il conoscersi nuovamente, fare pace con la parte di noi che si flagella, che si sente sporca e sbagliata. Donare riconoscenza a noi stessi, significa esprimere gratitudine a ciò che siamo stati fino ad oggi, nonostante le avversità, le esperienze forse negative. Significa prenderci cura di noi e imparare ad Amarci per essere in grado di Amare.

by Laura Gambirasi
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CERVELLO RETTILIANO E SISTEMA LIMBICO Darti la spiegazione scientifica di cosa è esattamente il Sistema Limbico è un atto che ritengo senza importanza. Se vuoi, cercando in internet, riesci a trovare tutte le informazioni che possono soddisfare la tua curiosità. Quello che interessa a noi è altro. Il sistema limbico è l’area del cervello responsabile dell’origine e della gestione delle emozioni; un insieme di strutture che funzionano come un sistema che media memoria, apprendimento, comportamento ed emozioni. Esso circonda l’estremità del midollo spinale controllando il nostro tono muscolare, il mantenimento della postura e regola funzioni come la circolazione del sangue, la respirazione e la digestione. Essendo il maggior responsabile della gestione delle emozioni, puoi facilmente comprendere il motivo per cui, a seconda di quale emozione viviamo, si mettano in moto respirazione lenta o affannosa, sudorazione, aumento o diminuzione della pressione sanguigna, postura aperta o chiusa. E’ situato nel tronco encefalico, la parte più primitiva del cervello umano che abbiamo in comune con tutte le specie dotate di un sistema nervoso sviluppato ed era la parte dominante del cervello nell’era dei rettili. Infatti, viene anche denominato rettiliano. Gli impulsi che giungono al sistema limbico lo mettono nelle condizioni di rispondere a due sole domande: mi piace/non mi piace? Esperienza da ripetere/da evitare? In pratica, esso è nostro alleato nel riconoscere situazioni di attacco o fuga ed interviene quando è necessaria una risposta rapida dell’organismo, senza passare per la mente razionale della corteccia. Ti faccio un esempio pratico. Sei andato a cena in un ristorante, hai mangiato cibo avariato che ti ha fatto stare male. Ogni volta che ti verrà proposto di tornare in quel ristorante, il sistema limbico, automaticamente, ripescherà un’esperienza che non gli piace e, ancora automaticamente, tu risponderai che, in quel ristorante, non vorrai tornare. Magari, nel frattempo, è cambiata la gestione, i titolari sono stellati ma, d’acchito, il dubbio prevarrà nella ripetizione dell’esperienza. Capisci come funzioniamo in ogni esperienza della nostra vita? Rimanendo ancorati al sistema limbico, spesso, ci togliamo la possibilità di ripetere esperienze, poiché ci basiamo sul risultato ottenuto in precedenza e, ti dirò di più: spesso ci basiamo sull’esperienza che altri ci hanno riportato…neanche l’abbiamo vissuta in prima persona! Perché accade questo? Immagina che questa parte del cervello è l’hardware antico che tiene nella propria memoria tutta la conoscenza che deriva dl passato, dagli archetipi. Ha accumulato una serie di dati infiniti che ha immesso nei nostri programmi e, continuamente, li mette in atto. La mente ha necessità di includere dati per aprire i vari file di sua conoscenza. Esattamente come un computer che, ti ricordo, è stato inventato sulla base del funzionamento del cervello. Non è il contrario! Cambiamento, significa prendere una direzione diversa e consapevole, passando dall’utilizzo prevalente del sistema limbico a quello pre frontale, laddove si trova una ghiandola importantissima, la pineale o epifisi. Ma questa, è tutta un’altra storia.

by Laura Gambirasi
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RITROVA IL BAMBINO CHE C'E' IN TE Tanti anni fa, mentre partecipavo come allieva ad un corso incentrato sulla ricerca del bambino interiore che credevo non esistesse, vissi un’esperienza importante. Durante un esercizio di visualizzazione, mi vidi come una bambina infelice. Ricordo perfettamente l’immagine: mi vedevo piccola, seduta in un angolo nell’atto di stringere le ginocchia al mento, con gli occhi tristi e un atteggiamento di chiusura. Capii in quel momento che la mia mente riusciva a visualizzarmi soltanto sofferente. Con l’andar del tempo e l’allenamento, mi riuscii a visualizzare per come davvero mi sentivo: gioiosa, sorridente, allegra, spensierata, socievole. Quella ero io, quella era la parte di me che avevo nascosto sotto un masso nel tempo, sopraffatta dagli INSEGNAMENTI esterni. Avevo creduto alla storia di altri, in primis di mia mamma che proiettava in me la SUA storia di sofferenza. Vedi…Il successo è davvero qualcosa che si ottiene in un attimo, ma che richiede tanto tempo. E’ stato necessario che compissi i passaggi necessari, entrassi profondamente in me, per ritrovare quella parte che avevo totalmente messo in un angolo. Spesso mi viene rivolta questa affermazione: “Beh…per te è facile parlare così. Io ho i miei tempi, ho un’esperienza di grande dolore alle spalle e, per me, è difficile”. Questo è l’esempio di errore ricorrente che in tanti commettono. E’ vero…Io non posso conoscere come vivi le tue esperienze ma, credimi, ogni esperienza può essere trasformata, dalla più leggera alla più pesante, soltanto se DAVVERO ESPRIMIAMO L’INTENZIONE . Poniti queste domande: per quale motivo i miei genitori hanno messo in atto quei comportamenti con me? Mi amavano così poco, da sentire la necessità di imporsi tanto con me? Per quale motivo il mio datore di lavoro, non mi da il giusto riconoscimento? Dove ho imparato a non sapermi riconoscere? Quanto e in che modo oggi riesco a darmi il giusto valore? E’ necessario che ti dia una nuova comprensione del termine RESPONSABILITA’ di cui tanto si abusa, senza conoscerne il significato più vero. Responsabilità = abilità di rispondere di sé stessi. Per ritrovare il bambino che c’è in sé è necessario comprendere che oggi siamo adulti e che, cambiare le nostre percezioni, i nostri pensieri e le nostre modalità di azione, dipende soltanto da noi. Continuare a puntare il dito su qualcosa avvenuto nel passato, è totalmente inutile per il raggiungimento del nostro benessere. Comprendere anche le motivazioni che stanno alla base dei comportamenti altrui, è invece importante: ogni essere umano agisce sulle basi di ciò che conosce, fa il proprio meglio in quel determinato momento, mette in atto l’amor proprio e per gli altri, a seconda di ciò che ritiene vero. Tu sei un ricercatore. Se credi di essere migliore di chi ti ha causato malessere in passato, beh….devi ancora farne di strada. Se credi di poter ergerti su un pulpito a sputare sentenze, ancora, il contatto con il tuo bambino gioioso è lontano. Insieme possiamo farcela, unendoci in un solo abbraccio che comprende che ognuno ha in sé le proprie ferite e siamo in questa vita, per curarle, prendercene cura e guarirle.

by Laura Gambirasi
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